È ferma, chiara e antica idea (ad ogni uscita, sempre più confermata) di chi scrive, che Robert Cray sia, oggi, il solo autentico grande ‘bluesman’ vivente. Scomparsi, ormai, tutti quanti hanno fatto scuola e storia nel campo del blues e del soul, Cray resta l’ultimo tra gli uomini in campo, a incarnare quell’idea di grandezza che oggi è, ahimè, custodita soltanto nelle tombe e tra le pieghe dei ricordi. Come nessun altro ai giorni nostri, grazie a uno strumento vocale plastico e al suo talento di indiscutibile e riconoscibile stilista della chitarra, Cray, recuperando e mettendo a frutto la lezione di Bobby Bland, ha saputo amalgamare e sviluppare, in un’unica entità autenticamente moderna ma mai dimentica della propria genesi, i linguaggi del blues e del soul, riproponendonene grazia e veemenza.
Non stupisce, dunque, che in questo suo ultimo disco, abbia ingaggiato i rimasugli della gloriosa Hi Rhythm Section e si sia dedicato a una rivisitazione di quel peculiare sound direttamente tra le mura della propria casa natale: a Memphis, nei Royal Studios, e con la produzione, non indedita per Cray, di Steve Jordan. Stupisce, invece, conoscendo le sue, pure ottime, doti di autore che lo abbia fatto concentrandosi, pur se ben scelti, principalmente su brani altrui. Tanto che il compito di declinare al meglio le atmosfere dell’opera spetta al Bill Withers di The Same Love That Made Me Laugh, habitat naturalmente favolevole al nostro Cray che, puntuale, rende suadente e arricchisce il brano con, in coda, distintive sottolineature chitarristiche. Omaggia O.V. Wright con un tipico brano Hi come You Must Believe In Yourself e insuffla e mantiene la sua tipica, naturale, delicata eleganza soulful nei due originali You Had My Heart e nella romantica ballata The Way We Are fecondata, sul finire, dalle sparse, essenziali note della chitarra.
Non tutto qui è direttamente riconducibile a Memphis e al sound della Hi Records. Due, per esempio, sono i brani ripescati dal repertorio di Tony Joe White che, ospite in studio, si unisce con la sua armonica: la melodica, delicata Aspen, Colorado e l’ipnotica Don’t Steal My Love. Completano il quadro un terzo originale, Just How Low, dai toni sommessamente politici e sociali e, diviso in due parti, il doo-wop I’m With You, tratto dal repertorio dei 5 Royales e del suo leader Lowman Pauling. G.R.