Al Green - Io sono un cantante - Macallè Blues

Macallé Blues
....ask me nothing but about the blues....
Vai ai contenuti

Al Green - Io sono un cantante

Recensioni

Recensioni: i libri...

Lucia Settequattrini

AL GREEN - IO SONO UN CANTANTE

Volo Libero Edizioni - collana Soul Books - 2016

Questo è, prima di tutto, un libro d'amore. Un libro su quell'amore che è esaltazione. E poi dedizione, perseveranza, pazzia. Quell'amore che ti fa sopportare il freddo, la frustrazione, le tasche vuote, il disagio e, perfino, il rifiuto e l'abbandono di un padre. E' il libro sull'amore ostinato, tenace, di un uomo per il suo sogno, per una sua nitida visione, ormai ampiamente rivelata al mondo e, dal mondo, universalmente riconosciuta: quella di essere un cantante.
Seconda uscita nella neonata collana Soul Books dell'editrice Volo Libero, collana costituita da agili libretti monografici dedicati, di volta in volta, ai grandi interpreti della musica soul, questo libro non vuole essere un'esaustiva, reale biografia di Al Green (con questo proposito, il sacro testo resta quel Take Me To The River: An Autobiography scritto, a quattro mani, da Al Green stesso e David Seay). E', forse, qualcosa di più: è un semplice atto d’amore - dell’autrice - che si manifesta in un racconto di vita, sintetico e romanzato. E’ il racconto, molto ben scritto, della nascita e dell'evoluzione artistica di un cantante che è stato, da molti, considerato il diretto erede di quel soul primigenio degli anni '60; il racconto di colui che ne ha raccolto il testimone e l'ha traghettato attraverso gli anni '70 e, oltre, fino ai giorni nostri. Dai timidi, squattrinati, esordi attraverso il provvidenziale e ardito incontro col produttore Willie Mitchell, alla definizione di quel sound unico che caratterizzerà, forse, un'epoca (certamente, un'etichetta, la Hi! Records) fino alle intemperie di una vita immersa presto nel successo, nei drammi personali, nel tormento spirituale e nelle conseguenti trasfigurazione e sintesi artistiche.
Lucia Settequattrini, ci restituisce il ritratto lieve di un Green tratteggiato con una prosa e un nitore narrativo davvero ispirati e ammirevoli. E, nel farlo, raggiunge due sorprendenti risultati: elude, con successo, il rischio che il testo degeneri in agiografia e riesce, pur narrandoci i particolari della vita di questo singolare cantante, a parlarci di qualcosa di universale rendendo questo libro una lettura appassionante per tutti, anche a prescindere dall’interesse specifico per il soggetto che l'ha ispirata. Come nessun altro tra i grandi cantanti e autori americani contemporanei, Al Green (oggi Rev. Green, colui che, dal pulpito della sua Full Gospel Tabernacle Church, “canta come se fosse il paradiso” per fedeli e curiosi turisti) ha saputo incrociare gli opposti sostando, in tormentoso equilibrio, tra la musica del diavolo e il sirenoide, ricorrente, quasi ossessivo richiamo del divino. Annullando la separazione tra sacro e profano ha fatto della sua storia, una storia di allontanamento, prima, di contrizione, redenzione e armoniosa sintesi poi, dove l'epica lotta tra questi estremi è, qui, resa con la stessa gioiosa, teatrale urgenza della sua musica. E la narrazione di questa commovente storia che è, poi, la storia del viaggio di un uomo verso una pienezza creativa, personale e spirituale, non poteva che concludersi così com'era cominciata. L'ultimo capitoletto, ispirato dalle pagine di un libro, Love and Happiness: Eros According to Dante, Shakespeare, Jane Austen and the Rev. Al Green, è una divagazione assai pertinente proprio sul tema dell’amore, inteso nelle sue varie declinazioni ma, anche qui, sempre implicito motivo conduttore; uno e trino, verrebbe da dire. Quell’amore che, quando c’è - capiamo meglio leggendo queste pagine - la vita cessa di essere un mistero.

Giovanni Robino        


Torna ai contenuti