Bob Trenchard
Le Interviste...
Macallè Blues incontra Bob Trenchard
Bassista, cantautore, produttore nonché avvocato e proprietario di una delle più caratteristiche etichette discografiche di soul-blues del momento, la Catfood Records, Bob Trenchard incontra Macallè Blues.
Macallè Blues: Bob, ricordo di aver sentito parlare di te la prima volta verso la fine degli anni ’90. Tu, all’epoca, eri il bassista di Kay Kay and the Rays; ma, mi sembrò quasi che il tuo nome fosse venuto fuori dal nulla dato che non riuscivo a ricordare precedenti situazioni artistiche nelle quali tu fossi coinvolto. Quindi, per prima cosa, ti chiederei di presentarti e di raccontarci come hai esordito musicalmente e come bassista. Hai avuto altre esperienze musicali professionali prima di entrare a far parte di Kay Kay & the Rays?
Bob Trenchard: Mia nonna era una violinista. All’età di diciannove anni se ne andò a Vienna per studiare musica. Là, le capitò di entrare a far parte della Berlin Symphony Orchestra con la quale tenne concerti in Europa fino al 1914, anno in cui scoppiò la Prima Guerra Mondiale. Rientrata in patria, continuò a esibirsi sia negli Stati Uniti che in Canada prima di conoscere mio nonno, in occasione di una visita ai suoi genitori che vivevano in Nebraska. Mio nonno, invece, crebbe in una fattoria e lavorava come meccanico. Così, quando avevo sei anni, cominciai a prendere lezioni di violino da mia nonna. Dopo un anno, i miei genitori mi permisero di abbandonare il violino a condizione che, però, cominciassi a prendere lezioni di piano, cosa che feci per otto anni. All’età di sedici anni, entrai a far parte di una rock band, The Countdowns. Suonavamo principalmente surf music e non eravamo granché bravi a dire il vero. Comunque, detto per inciso, The Countdowns terranno una reunion proprio la prossima estate; sarà la nostra prima performance dopo cinquant'anni!! All'età di diciotto anni, poi, frequentando il college a San Antonio, nel Texas, capii che, se mi fossi esercitato lungamente, forse sarei diventato un buon bassista. Terminata la scuola l'anno seguente, mi trasferii a Lincoln, nel Nebraska. Lì feci parte, per due anni, di un trio jazz con una cantante. Suonavamo sei sere a settimana nei migliori clubs di Lincoln e Omaha e facevamo piccoli tour durante le vacanze scolastiche. Tutto sommato, in zona, eravamo popolari. All'epoca, ognuno di noi guidava auto nuove e viveva in begli appartamenti. La band dei tempi di Lincoln e Omaha era una band multiraziale, situazione un po' atipica negli anni '60. Dopo quell'esperienza, entrai a far parte per un anno di ben due diverse band di R&B. Poi mi diplomai e cominciai a lavorare in fabbrica senza dire ai miei che mi ero diplomato. Oltre a lavorare, suonavo sei sere a settimana di nuovo con un trio jazz, questa volta dotato di ben due cantanti, facendo anche duecento chilometri a sera. Così, dopo aver lavorato praticamente giorno e notte per nove mesi, decisi di iscrivermi alla facoltà di legge ad Austin. Nei tre anni antecedenti alla laurea, suonai in una buona rock band locale. Alla fine, però, abbandonata la speranza di una carriera nella musica, accettai un lavoro nel West Texas. Ma presto lasciai quel lavoro, ma facevo fatica a pagare le bollette con i proventi del solo praticantato; così, un batterista che conoscevo mi reclutò per suonare nella sua band di country-rock. Avevo bisogno di fare un secondo lavoro per mangiare, ma dopo otto anni in quella band e ben pochi concerti tenuti suonando, tra l'altro, sempre le stesse canzoni, lasciai di nuovo giurando che non avrei suonato mai più. Quindici anni dopo, invece, ricominciai a suonare con Kay Kay and the Rays.
MB: Se ricordo bene, hai dato vita alla tua etichetta discografica, Catfood Records, intorno al 2000: quali sono state le ragioni principali che ti hanno indotto a intraprendere questa avventura?
BT: Nel 1999, Kay Kay and the Rays registrarono un album che, probabilmente, all’epoca quasi nessuno ebbe occasione di ascoltare. Prima ancora di registrare quel disco, incontrammo Johnny Rawls e diventammo la sua band di supporto in Texas. Così, nel 2001, Johnny produsse il nostro secondo disco, Texas Justice, che avrebbe dovuto essere edito dalla JSP inglese ma che, alla fine, uscì per la sua etichetta, la Deep South Soul. L’esperienza coi partners di Johnny alla Deep South Soul fu pessima per noi come per Johnny stesso. Ora Texas Justice è stato ristampato e fa parte del catalogo della Catfood Records e, a partire dal 2003, decidemmo di procedere solo con la nostra etichetta. Così, Jim Gaines produsse il disco successivo, Big Bad Girl.
MB: Immagino non sia stato facile, nel mercato discografico contemporaneo, riuscire a ricavarsi un posto di rilievo, soprattutto con tutta la ben nota concorrenza che c'è; come altre etichette presenti nel sud degli States (Hi, Malaco, Ichiban, Ecko, etc.) anche la Catfood ha una house band e anche uno stile musicale riconoscibile che la caratterizza, a suo modo. Pensi che questo aspetto, unitamente al livello dei musicisti che compongono la band, possa aver aiutato la Catfood Records a conquistare il rilievo di cui gode?
BT: The Rays, la nostra band di studio include quattro membri di Kay Kay and the Rays: Richie Puga alla batteria, Dan Ferguson alle tastiere, Andy Roman al sax oltre che io stesso al basso. Diversi anni fa si è aggiunto Johnny McGhee alla chitarra. Johnny, da ragazzo, è stato il chitarrista dei Five Stairsteps, quindi ha lavorato come musicista di studio per la Motown e come chitarrista nei Love, Togetherness and Devotion (L.T.D). Gli altri musicisti sono Mike Middleton alla tromba, Robert Claiborne al trombone e, da ultimo, Nick Flood al sax baritono. Abbiamo utilizzato le Iveys per anni come coriste e, in qualche occasione, anche coristi di Memphis. Abbiamo lavorato talmente tanto a lungo insieme che, ormai, sappiamo come fare le cose in studio. Johnny Rawls o Jim Gaines, che hanno rispettivamente un bagaglio di esperienze artistiche lungo decenni, producono la maggior parte degli album della Catfood. Jim ha vinto dei Grammy Awards producendo alcuni dischi di Santana, Stevie Ray Vaughan, Journey e ha lavorato con chiunque, dai Tower of Power a Steve Miller, Huey Lewis and the News, Neville Brothers, Miles Davis, tutti insomma. Johnny, invece, è un musicista soul da quando era un teenager e ha trascorso ben cinque anni nella band di O.V. Wright come chitarrista e direttore musicale. Avere musicisti di qualità ci permette di avere un nostro suono e di fare cose che altre etichette discografiche non sarebbero in grado nemmeno di provare a fare. Non andiamo mai al risparmio, miriamo sempre ad avere produzioni di valore, usiamo strumenti veri senza ricorrere mai a suoni sintetizzati o batterie programmate.
MB: Dal mio punto di vista sembra che, nel corso degli anni, la Catfood Records sia costantemente cresciuta e abbia raggiunto una certa reputazione nel settore. Oggi, nella tua scuderia, hai una bella schiera di artisti contemporanei di soul-blues, prima di tutti Johnny Rawls che sembra giocare un ruolo dominante all'interno dell'etichetta, ma anche altri personaggi come la veterana Barbara Carr piuttosto che nomi nuovi come Sandy Carroll per dirne una. Come ci si sente a essere il produttore di artisti anche così differenti?
BT: In realtà, il più delle volte, io sono solo il produttore esecutivo. I produttori veri sono Jim Gaines e Johnny Rawls. Io cerco di coordinare e tirare le fila di tutto ciò che serve per realizzare un disco. Gioco il ruolo dell'autore per quanto riguarda alcune delle canzoni che registriamo, ma in realtà, sono poi loro due che gestiscono tutti gli aspetti pratici in studio. Io, tendenzialmente, mi limito a produrre la parte dei fiati e delle percussioni. L'altra ragione della nostra buona reputazione è legata al fatto che noi abbiamo ottimi artisti: Johnny Rawls, Otis Clay, James Armstrong, Barbara Carr e Sandy Carroll. Jim registra Sandy nel suo studio in Tennessee. Io faccio i demo e scrivo qualche pezzo con Sandy, ma sono poi loro che creano l'album. Barbara Carr, poi, è una vera professionista, una persona con la quale è semplicissimo lavorare. Verso fine anno, registreremo un suo nuovo disco con Johnny Rawls. Mi sento davvero molto fortunato ad aver incontrato e poter lavorare con così tante persone di talento.
MB: Bassista, produttore, ma anche ottimo autore di brani: relativamente a quest'ultimo aspetto, quando hai cominciato a scrivere canzoni e a scoprire questo tuo talento? Hai cominciato contestualmente all'avvio dell'etichetta discografica, essendo cosa ad essa organica, o si tratta di qualcosa che hai scoperto e iniziato a fare ancora prima?
BT: In realtà ho cominciato a comporre brani musicali già al liceo, ai tempi della band di surf music; si trattava di strumentali che non erano un granché. Ho continuato, poi, a scrivere riempiendo quaderni interi di canzoni, ma le band nelle quali suonavo a San Antonio e Lincoln/Omaha non avevano in repertorio brani originali. Ad Austin, invece, la nostra band suonava prevalentemente canzoni originali per cui ho ripreso a scriverne parecchie. Con Kay Kay and the Rays, ero l'autore principale. Ci siamo sciolti nel 2004, ma prima di allora i nostri tour toccavano tutti gli Stati Uniti più volte l'anno. All'epoca, eravamo appena tornati dall' East Coast Blues and Roots Festival in Australia. Tre giorni dopo il nostro rientro, a mia moglie venne diagnosticato un cancro al seno e, in seguito a ciò, morì sei settimane più tardi. Quasi contemporaneamente Kay Kay perse la madre e, pochi mesi prima, il suo migliore amico che ci accompagnava sempre nei nostri tour e vendeva i nostri gadget. Così, la band si sciolse definitivamente. L'anno seguente, Johnny mi persuase a incidere un disco di mie canzoni, al fine di aiutarmi a superare il periodo. Il disco era No Boundaries e, da quel momento, l'etichetta cominciò a crescere.
MB: Quante canzoni hai scritto? E le tue canzoni sono state incise solo da artisti della Catfood Records o anche da qualche altro artista estraneo all'etichetta?
BT: Ho scritto e registrato circa settanta canzoni. Alcune di queste sono state incise da più artisti. Memphis Still Got Soul fu nominata Blues Song of the Year ai Blues Music Awards. La canzone, alla fine, non vinse e non ne ho altre così famose da permettermi di poter vivere coi soli diritti d'autore.
MB: Anche Jim Gaines, il leggendario produttore delle star, si è unito alla Catfood Records per produrre alcuni dischi come l'ultimo di Johnny Rawls’s “Tiger In A Cage”. Come ti è capitato di coinvolgere Jim Gaines e come ti trovi a condividere la produzione con chi hai prodotto personaggi come Santana, Miles Davis, Stevie Ray Vaugahn?
BT: Nel 2002, dopo aver ascoltato la demo, Jim Gaines accetto di produrre Big Bad Girl. Lo registrammo negli studi di Willie Nelson ad Austin. Dopo questa esperienza, io e Jim diventammo ottimi amici. Sono incantato da lui e da lui ho imparato veramente tanto. Io non condivido la produzione con lui; ascolto solo e faccio tutto ciò che Jim mi suggerisce di fare. Ha un ottimo orecchio e ottime idee.
MB: In quanto discografico, come vedi il mercato della musica di settore oggi? Dobbiamo pensare che siano rimasti solo l'amore e la passione a muoverne le fila o è ancora possibile pensare di ricavarne un qualche profitto dal commercio dei tradizionali cd, prima che la cosìddetta “musica liquida”, il live streaming e internet abbiano irreversibilmente cambiato le cose?
BT: Non sono così sicuro che ci siano ancora etichette discografiche in grado di ricavare un profitto dalla musica ora che lo streaming ha preso il sopravvento. I cd stanno scomparendo come sono scomparsi i vecchi sistemi a otto tracce. I giovani non posseggono lettori cd se non nell'auto in quanto fornito di serie e molto presto anche le auto saranno dotate di ben altri sistemi per la riproduzione sonora. Anche i tradizionali negozi di dischi stanno chiudendo e uno dei pochi posti rimasti alla gente per acquistare cd è a bordo palco al termine dei concerti. In realtà, anche i download stanno diminuendo. Nel 2014 sono diminuiti del 30% e temo che avranno avuto un crollo anche maggiore nel corso del 2015. Ma quando tu discografico ricavi un centesimo per ogni ascolto in streaming, significa che quella musica la stanno rubando ed è praticamente impossibile trarre un profitto in un contesto simile.
MB: Catfood Records ha ricevuto diverse nomination ai Blues Music Awards così come pure alcuni dei suoi artisti: in un mercato tanto affollato da etichette e musicisti questo sembra essere un bel riconoscimento di cui puoi andare fiero, non credi?
BT: Oh si, siamo tutti orgogliosi delle nomination per i Blues Music Awards, così come per il Living Blues Awards, il Blues Blast Awards e il Downbeat Best of the Year. Credo che, in totale, siano state sedici le nominations ricevute, di cui una vinta.
MB: Nel 2014 la Catfood Records ha pubblicato “Soul Brothers”, un album meraviglioso ed elogiato dalla critica, registrato dall'originale duo formato da Johnny Rawls e dal grande e recentemente scomparso soul singer Otis Clay. Clay è morto lo scorso gennaio dunque, approfitto di questa occasione per chiederti un ricordo personale dell'uomo e se c'è qualcosa di particolare relativo a quelle registrazioni che ricordi e perchè.
BT: Otis Clay era un uomo meraviglioso. Durante entrambe le session di registrazione, sia quella di Soul Brothers che del precedente disco Remembering O.V. dove pure cantava come ospite, ha soggiornato a casa mia. Grande cantante, voce unica e piena di passione. Lui, come Johnny Rawls, conosceva ogni parola di ogni singola canzone, incluse quelle che la maggior parte di noi non ha mai nemmeno ascoltato o saputo dell'esistenza. Gli piaceva molto la cucina di mia moglie e a lei piaceva ascoltare Otis e averlo attorno. E' stato molto grazioso e umile. Sia lui che Johnny Rawls potevano raccontare storie e aneddoti di musicisti a loro noti per ore e ore; ascoltarli era, allo stesso tempo, intrattenimento e istruzione.
MB: Quali sono i tuoi progetti futuri? C'è qualcuno che intendi registrare prossimamente?
BT: Recentemente, Johnny Rawls e Johnny McGhee si sono trovati a El Paso, in Texas, per lavorare a dei demo per un nuovo progetto dei Love, Togetherness & Devotion, gruppo funk degli anni '80, vincitore di dischi d'oro e di platino. Johnny McGhee è stato ed è il loro chitarrista e, ancora oggi, fanno quattro o cinque date all'anno. I membri del gruppo vivono su entrambe le coste degli States mentre Johnny vive a Minneapolis dunque non è facile per loro incontrarsi. Speriamo di riuscire a registrarli durante la prossima estate. Quando i due Johnny erano qui, siamo stati ai Sonic Ranch Studios perchè Otis Clay, durante le sessions di Soul Brothers, aveva registrato un brano gospel, Mississippi Poor Boy, che però non siamo mai riusciti a finire. Allora, gli abbiamo aggiunto successivamente chitarra, basso, batteria e cori. La cantante Neo-Soul, Janelle Thompson, che pure era nello studio, l'abbiamo aggiunta come corista insieme a Johnny Rawls. Tutto è stato inviato a Jim Gaines pochi giorni fa per il mixaggio. Speriamo di riuscire a pubblicare il singolo nel giro di qualche settimana. E' un brano funky-blues-Gospel quindi penso che lo promuoveremo sia sui canali radio Gospel che blues. Da ultimo, abbiamo diverse canzoni pronte da registrare per Johnny Rawls e Barbara Carr. Spero di riuscire a entrare in studio in autunno per queste due nuove produzioni.