Jacopo Pausa - Macallè Blues

Macallé Blues
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Jacopo Pausa

Le interviste...
Macallè Blues
incontra Jacopo Pausa

Jacopo Pausa
(per gentile concessione dello stesso)
03 giugno 2022: fortuna che, di tanto in tanto, capita di imbattersi in giovani, interessanti musicisti e autori, anche italiani, dediti al genere. Volendo procedere per semplificazioni, generalizzazioni e inguisti arrotondamenti, Jacopo Pausa è un ventitreenne chitarrista e autore blues-rock bresciano che, spinto da una passione famigliare inizia il suo percorso musicale ancora bambino e, nel 2019 pubblica, autoprodotto, il primo album The Truth cui seguirà, nel 2020, il successivo My Favourite Colour Is Blues, omaggiato ed elogiato da alcuni padri nostrani del genere come Joe Valeriano e Fabio Treves. Lo scorso anno sfruttando il canale YouTube pubblica due nuovi singoli, It's Party Time e Loaded Show, e lascia intendere la prossima uscita di un terzo lavoro.
Valente chitarrista e sorprendente autore, merita dovuta attenzione tanto che Macallé Blues l'ha intervistato. E l'esito della chiacchierata è quello che qui segue...

Macallè Blues: sarò banale ma, ogni volta che mi capita di incontrare un giovane musicista blues, ho sempre curiosità di capire come sia nato il suo amore per questa musica, tutt’altro che scontata per individui della tua generazione. Dunque, andiamo per ordine e cominciamo dall’inizio: quando e come hai scoperto questa musica e cosa ti ha irrimediabilmente attratto di lei?
Jacopo Pausa: ho avuto la fortuna di crescere in una famiglia in cui la musica non è mai mancata. Dopo anni trascorsi ad ascoltare Mark Knopfler, ho iniziato a documentarmi sulle origini della musica blues e rock con Eric Clapton, Stevie Ray Vaughan, B.B. King, Muddy Waters e, sempre più indietro, fino a Robert  Johnson e Charlie Patton. Mi piace sapere da dove nascono le cose, uno dei miei motti preferiti è "se non sai da dove vieni, non sai neppure dove andrai"; mio papà suonava la chitarra e il pianoforte, mio fratello il pianoforte e le note dei Dire Straits erano all'ordine del giorno. E poi CD, libri fino ai VHS;

MB: queste sono le naturali radici straniere con le quali tutti, chi più chi meno, si sono dovuti confrontare. Però, sono curioso: hai qualche riferimento musicale anche in ambito italiano?
JP: no, in generale la musica italiana non mi ha mai attratto, anche se ci sono canzoni valide di grandi nomi come Vasco Rossi, Zucchero, Giorgia;
MB: come è anche facile immaginare, e l’ascolto dei tuoi brani lo conferma, il blues, in realtà, è uno dei colori, forse il principale, della tua tavolozza musicale. Tuttavia, si percepiscono anche altre influenze….
JP: esattamente, mi piace la musica rock in generale e tutta la musica suonata bene. Pop, soul, disco, dance... Ho fatto anche il DJ diversi anni e questo mi ha insegnato ad apprezzare le sfumature dei vari generi musicali, cercando di trarre qualcosa da ogni stile e aggiungerlo al mio bagaglio musicale;
MB: parliamo di dischi. Malgrado la giovane età, ne hai già incisi due: un primo, 'The Truth', nel 2019 seguito da 'My Favourite Color Is Blues' l’anno successivo. Cosa li caratterizza in termini di contenuto, assonanze, differenze….
JP: sin da bambino ho sempre scritto canzoni con naturalezza senza troppo impegno, ovviamente le prime erano molto semplici e senza pretese fino a quelle di oggi di cui posso ritenermi soddisfatto, quindi registrare un disco è sempre stato un po' il mio sogno;


Jacopo Pausa
(per gentile concessione dello stesso)
Jacopo Pausa
(per gentile concessione dello stesso)
The Truth è la selezione di un'infinità di canzoni scritte negli anni, infatti lo definisco un album un po' anonimo e "multigenere", pop-rock-country-blues. Il secondo invece, My Favourite Colour Is Blues, è un po' più elaborato sia dal punto di vista della produzione che dal punto di vista musicale: un rock contaminato appunto dal colore blues. Le canzoni sono per la maggioranza autobiografiche e parlano di quotidianità;
MB: qual è la formazione tipo con la quale suoni e registri?
JP: entrambe gli album li ho registrati suonando tutti gli strumenti (chitarre, basso, tastiere e armonica) e scrivendo la batteria al computer attraverso plug-in dedicati. Ho sempre suonato da solo, anche dal vivo, utilizzando della basi strumentali ma attualmente sta nascendo un progetto in trio con il quale spero di iniziare a suonare dal vivo;
MB: la formazione a trio, rimanda subito la mente all’idea di sonorità magari più marcatamente rock-blues alla ZZ Top, per dire: sarà così?
JP: sì, l'idea è proprio quella di proporre un repertorio blues con sfumature rock. In scaletta sono presenti un paio di brani appunto degli ZZ Top, Cream, Hendrix. Inizialmente volevo a tutti i costi una chitarra ritmica così da avere una base più solida e cimentarmi più sulla solista, ma ultimamente sto seguendo molti live blues e la maggior parte delle band ha una sola chitarra quindi mi sono ricreduto. La semplicità premia!  

MB: ai precedenti dischi, ultimamente, si sono affiancate alcune pubblicazioni di singoli su YouTube…
JP: sì, a inizio 2021 ho deciso che due album possano bastare, per il momento, e mi sono concentrato più sulla produzione di singoli con video. It's Party Time è un brano divertente alla ZZ Top che parla di festa e giornate estive, una canzone spensierata visto il periodo. Loaded Show è invece un pezzo più serio, la risposta alla domanda che mi viene continuamente posta praticamente da quando suono: e cioè, perchè non vai a un talent? Ho cercato di far qualcosa di diverso, unendo la chitarra slide e blues a un beat e un cantato rap moderno; il risultato è soddisfacente ed ha accolto le critiche di giovani e affezionati del genere;
MB: anche questo, direi, è un aspetto tipico della modernità, dove tutto è più “liquido” per usare un termine corrente. L’idea di sfruttare canali alternativi come Youtube, nel tuo caso, è derivata dalla considerazione che, oggi, il mercato classico della musica, così come l’abbiamo conosciuto per decenni, sia in fase di crisi o, quantomeno di trasformazione, o è nata da altri tipi di esigenze o considerazioni?
JP: non avendo vissuto appieno l'era in cui la musica veniva venduta e comprata non mi posso esprimere a riguardo. Personalmente la maggior parte della musica la ascolto su Spotify e questo ha i suoi pro e contro. Con le piattaforme di streaming hai tutta la musica che vuoi quasi gratis quindi si può essere scoperti più facilmente. Youtube è un obbligo ormai per pubblicare un video ufficiali. Però ho notato che quando una cosa non la si paga direttamente questa perde di valore. Acquisto i CD delle band che vado a sentire e solo così apprezzo veramente gli artisti, perchè il disco l'ho pagato e sono costretto, per così dire, ad ascoltarlo. Purtroppo i supporti fisici non vanno più come nei primi anni 2000, però, da quello che vedo, nel panorama blues continuano ad essere abbastanza richiesti;
Jacopo Pausa
(per gentile concessione dello stesso)
MB: un altro aspetto rilevante è che, singoli o dischi, i brani che interpreti sono brani autografi che, oltretutto, dimostrano una già matura e non comune capacità lirica...
JP: ti ringrazio! Come già detto, non ho mai "faticato" a comporre canzoni; è sempre stato naturale sin dall'inizio. Ho iniziato a suonare la chitarra all'età di sette anni e, dopo aver imparato gli accordi di Do e Sol, ho scritto la mia prima canzone, l'avevo intitolata Ciao, il testo è completamente senza senso quindi non chiedetemi di suonarla nei concerti;
MB: comunque sia, i testi sono curati, ben scritti, c’è padronanza della lingua e leggo anche un certo spirito critico e ironico, sebbene accostato all’altro più giocoso e scanzonato, anche nella stessa componente video…
JP: diciamo che la musica è una cosa seria, ma non mi piace prenderla troppo seriamente. Spesso si pensa che dietro le canzoni si nasconda chissà quale significato profondo e invece a volte sono scritte solo per il gusto di essere suonate, come è successo per It's Party Time appunto;
MB: insieme alla possibile formazione a trio di cui mi dicevi, stai raccogliendo materiale per un prossimo disco?
JP: ho un bel po' di brani già scritti e pronti a essere registrati ma, per il momento, non ho intenzione di inciderli anche se, probabilmente, ne proporrò qualcuno dal vivo. Sicuramente il prossimo disco sarà con la band, magari con reinterpretazioni di vecchi pezzi.
       
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