Kirk Fletcher - Heartache By The Pound - Macallè Blues

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Kirk Fletcher - Heartache By The Pound

Recensioni

Il disco raccontato da...

Kirk Fletcher

Kirk Fletcher

"Heartache by the pound"

Ogierea Rec. (USA) - 2022

Shine a light on love/Afraid to die, too scared to live/Heartache by the pound/I've made nights by myself/The night's calling for you/Wrapped up, tangled up in the blues/Wrong kind of love/I can't find no love/Wildcat tamer/Hope for us
 
Chitarrista, cantante, autore di origini californiane, Kirk Fletcher ha costruito, in lunghi anni di duro lavoro e praticantato al fianco di innumerevoli artisti e rinomate formazioni, la sua ormai solidissima reputazione di rappresentate, tra i migliori, del blues contemporaneo; un blues che, ormai, vive sì di contaminazioni pur senza perdere, come nel suo caso, l'anima più autentica. Già chitarrista con The Mannish Boys, The Fabulous Thunderbirds, Charlie Musselwhite, Lynwood Slim e persino con il nostro Eros Ramazzotti che lo volle come leader della sua band, con Heartache By The Pound Fletcher pubblica, non solo il suo settimo disco solista ma, a mio parere, il suo capolavoro: intenso, ricco e sfaccettato.
Di questo disco, si parla nell'intervista che segue......

 
 
Macallé Blues: Kirk, per diversi aspetti, questo tuo nuovo album sembra un passo avanti rispetto alle uscite precedenti; il tuo più personale ed espressivo. Sei giustamente considerato uno dei chitarristi più dotati e interessanti in circolazione oggi e il primo aspetto che colpisce in ‘Heartache By The Pound’ è il tuo modo di suonare che, qui, sembra essere particolarmente focalizzato e diretto come mai. Un secondo aspetto riguarda il tuo canto che suona più sentito e vibrante. Il terzo aspetto che rende, secondo me, diverso questo album è il suo stile, in in una certa misura più orientato al soul che al blues; e forse non è un caso che tu abbia eletto Muscle Shoals e i suoi storici Fame Studios come una delle location per la sua registrazione. Ultimo aspetto che emerge è la scrittura: appassionata, potente, persino introspettiva. La maggior parte delle tracce del disco sono state scritte da te e da Richard Cousins ex membro storico della Robert Cray Band. Allora mi chiedo, qual è stata l'ispirazione principale per questo disco? C'era l'idea di proporre qualcosa di diverso rispetto a prima?
Kirk Fletcher: Heartaches by the Pound è un viaggio sentimentale dentro me stesso composto, in parti uguali, di sincerità e sentita ispirazione. Richiama le mie radici gospel restando radicato tuttavia nell’ambito del blues e del soul. Durante la pandemia stavo scrivendo e collaborando con Richard Cousins, quindi sì, ci sono molti aspetti di questo progetto che confluiscono nei testi, così come sulla chitarra e sul canto tanto da permettere alle canzoni, nel loro insieme, di prendere il sopravvento. Durante il concepimento del disco, ascoltavo Albert King e lo immaginavo suonare in una soul band, sebbene sia un noto bluesman. Entrambi ci siamo rapportati alla vita partendo da prospettive che, in qualche modo, mettono assieme il blues e il soul. È una questione di tempo ed energia che ho potuto catturare nella loro vera essenza solo registrando nei leggendari Fame Studios;
MB: l'album si apre con lo splendido Shine A Light On Love, un trionfo di fiati con un suono e un tono di chitarra che ricordano B.B. King…..  
KF: questa canzone parla di me e dei miei desideri come artista; dei miei progressi e della gratificazione che si ricava dal godere di tutti gli aspetti positivi della vita. Il gioco di domanda e risposta dei fiati con la mia chitarra si sommano a testi autoriflessivi e a un contrappunto dal sapore corale. Non mi dispiace che si noti un po’ di presenza dello stile di B.B. King nella mia scrittura e, soprattutto, nel mio modo di suonare. La sua musica mi regala tanta felicità. Apprezzo l'influenza che B.B. ha avuto su di me e su molti altri;
MB: la seconda traccia è, per me, una tra le più significative dell'intero cd: Afraid To Die, Too Scared To Live suscita un senso di profondo sgomento mentre, musicalmente parlando, rievoca quel vecchio suono tipico di Hi Records…
KF: Afraid to Die, Too Scared to Live ho scelto di pubblicarlo, non a caso, come singolo perché ha a che fare fortemente con ciò che stavo osservando accadere nella vita di tutti i giorni e coi cambiamenti che tutti stavamo attraversando in quest’ultimo periodo. Nello scriverlo, mi sono tornati alla mente quei vecchi dischi soul e blues che, durante la pandemia, sono andato a ricercare mentre vivevo in Europa. Chains And Things di B.B. King, per esempio, con le sue riflessioni sulla vita quotidiana è ciò a cui più mi sono ricollegato;  
MB: Wrapped up, Tangled Up in the Blues sembra qualcosa saltato fuori direttamente dal repertorio dei  Fabulous Thunderbirds…..
KF: questa canzone è il mio personale tributo agli Staple Singers e Lightnin’ Hopkins nella misura in cui Wrapped up, Tangled Up in the Blues racconta le radici musicali della mia infanzia. Sono cresciuto suonando in chiesa e anche gli stessi termini "wrapped up” e “tangled up" hanno a che fare con il gospel di quando ero bambino. Io l'ho solo trasformato in un brano blues come molte altri hanno fatto prima;     
MB: questo set comprende per lo più brani originali, ma ci sono anche cover ben scelte, tra cui una meravigliosa versione di I've Made Nights By Myself di Albert King alla quale dai quel taglio assai avvincente e groovy che ritroviamo anche altrove nel disco. Ascoltandolo, ho avuto la sensazione come se questa impattante resa dipendesse molto dalla sonorità del basso, così fantasiosa e ben in evidenza; e questo brano di Albert King ne è un chiaro esempio.....  
KF: come dicevo prima, durante la registrazione del disco ho ascoltato e tenuto molto a mente Albert King. Questo brano è uno di quelli che sento più vicini. Cerco di suonare con molta anima in qualsiasi canzone in qualsiasi momento, quindi quando trovo un groove che sento essere affine allo spirito originale del brano, quello diventa il mio personale modo in cui mi connetto al musicista;
MB: l'album termina in un modo un po’ inatteso e trionfante; Hope For Us è una melodia che attraverso un forte crescendo sembra trasformarsi, da tranquilla e dolce ballata, in qualcosa di intenso ed emozionante…..
KF: chi non ha bisogno di un po' di speranza con tutto quello che abbiamo passato negli ultimi due anni? Il blues parla delle prove della vita, ma il soul e il gospel parlano di speranza. Tutte queste cose fanno parte di me. È un brano che ho scritto da solo nel quale esprimo la mia opinione sull'amore e su come l’amore muti col tempo. Per questo, sono stato ispirato da altri cantautori come Doyle Bramhall II e Joni Mitchell ed è un brano in cui mi metto a nudo;
MB: parliamo un po’ dei musicisti che ti accompagnano. Heartache By The Pound usufruisce di un ricco elenco di pesi massimi del genere: Reese Wynans ( tastierista con Stevie Ray Vaughan, Joe Bonamassa), Randy Bermudes (bassista con The Fabulous Thunderbirds, Charlie Musselwhite), il trombettista Mark Pender (Bruce Springsteen, Southside Johnny, Little Steven), il sassofonista Joe Sublett (Phantom Blues Band, Bonnie Raitt) per citarne alcuni. Nonostante questo variegato elenco di musicisti, l'album suona estremamente coeso. Mi pare che questo nuovo disco rappresenti una sorta di punto di svolta nella tua carriera; sembra il tuo più personale e potente fino ad oggi, non credi?
KF: la coesione che avverti rappresenta il culmine della mia visione musicale e del mio modo di intendere la scrittura delle canzoni nel loro insieme. È in questo modo che, col tempo, sono diventato più di un semplice chitarrista, lavorando anche come cantautore e produttore. Ho trascorso una parte della mia carriera come sideman per molti grandi artisti l’osservazione dei quali mi ha permesso di sviluppare una mia prospettiva e un mio modo di concepire il fare musica a tutto tondo. Quindi, cerco di registrare con artisti coi quali riesco a entrare in sintonia, che condividono la mia visione della musica e vi contribuiscono integrandosi in quell’insieme che rappresenta il mio viaggio artistico fatto fino ad ora.
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