Mississippi Heat - Madeleine
Recensioni
Il disco raccontato da...
Pierre Lacocque
Pierre Lacocque's Mississippi Heat
"Madeleine"
Van der Linden Rec. (USA) - 2022
Silent too long/Batty crazy/Havana en mi alma/Uninvited guest/Nothin' I can do/Empty nest blues/Ridin' on a hit/Everybody do somethin'/Madeleine/At the lucky star/Truth like rain/Trouble
Belga per nascita e chicagoano per adozione, virtuoso dell'armonica dal soffio tutto originale ed elegante, innovativo nell'approcciare il Chicago blues del dopoguerra, Pierre Lacocque attraverso quella che può ben ritenersi la sua diretta estensione, i Mississippi Heat, ha saputo dare luogo all'incarnazione della propria visione musicale, condensabile nella formula "traditional blues with a unique sound". Oltre che armonisicta anche autore, produttore e centro di gravitazione dell'intera band, con Madeline festeggia il trentennale del gruppo e mette a segno quello che è, certamente, uno dei dischi migliori di questa storica formazione; un disco che vuole essere anche un tributo al concetto di radici, qui rappresentate in termini sia famigliari che artistici, data la presenza di molti musicisti che del passato della band hanno fatto parte.
Nell'intervista che segue, con Pierre Lacocque parliamo proprio di questo nuovo Madeleine.....
Macallé Blues: i Mississippi Heat sono sempre stati una band profondamente radicata nella tradizione blues di Chicago, sebbene con un suono moderno. Questo grazie in parte al tuo modo innovativo e virtuosistico di suonare l'armonica. Riconosci in questa descrizione la band?
Pierre Lacocque: i Mississippi Heat sono una band che si rifà davvero al suono del blues elettrico moderno del dopoguerra. La mia gioia, soprattutto come musicista, è essere coinvolto in un processo creativo; un processo che si basa sulla storia del blues, certo, ma che porta anche una nuova prospettiva. Ogni disco dei Mississippi Heat è una nuova opportunità per portare idee. Non solo nuovi testi e arrangiamenti musicali, ma anche un approccio armonico unico;
MB: il brano di apertura, ‘Silent Too Long’, sembra proprio il perfetto esempio di questo suono moderno. La parte dell’armonica e la chitarra di Giles Corey hanno un ruolo davvero importante in questo…..
PL: assolutamente! Giles è uno dei miei chitarristi preferiti. È veloce nel capire cosa intendo fare in una canzone. Può passare da uno stile blues tradizionale a un reggae, a un boogie sbarazzino o a uno swing senza il minimo sforzo; ‘in a dime’ come diciamo noi. Lavoro spesso con lui per scrivere le mie nuove canzoni prima di sottoporle alla band. Anche Carl Weathersby e Chris "Hambone" Cameron sono musicisti di livello mondiale. Sento il loro impegno e la loro cura. Il lavoro d'ensemble è una gioia per me. Noterai che gli ospiti che ho avuto per anni nelle nostre registrazioni tendono ad essere sempre gli stessi. Li considero parte integrante del suono dei Mississippi Heat. Portano la visione panoramica che ho per le mie canzoni. Alcuni brani richiedono un approccio stile Delta blues puro, altri un'atmosfera alla Santana e altri ancora uno stile più reggae. Mi fido e apprezzo tutti i membri della mia squadra, così come il mio co-produttore Michael Freeman. Lui ed io abbiamo lavorato a sei delle tredici registrazioni che compongono la discografia dei Mississippi Heat fino ad oggi. A Dio piacendo, non vedo l'ora di registrare altri progetti con lui;
MB: un altro brano che riflette il vostro concetto di suono moderno potrebbe essere ‘At The Lucky Star’. Mescola funk, sonorità di New Orleans e, ascoltando le parti dei coristi, persino alcune influenze gospel…..
PL: hai ragione. Mentre omaggio il suono del post-war blues nelle mie canzoni, vi introduco anche altri stimolanti generi musicali che poi mescolo assieme in maniera “bluesistica” per così dire! Per quanto mi riguarda, il fattore chiave che mi spinge ad andare avanti con la scrittura di una canzone è esserne entusiasta: la sua melodia, i suoi testi e lo stato d'animo che suscita sono determinanti. Una melodia può richiedere settimane o mesi per essere scritta. Senza essere contenti del processo di scrittura, non varrebbe la pena proseguire. Per ‘At The Lucky Star’ volevo un'atmosfera stile New Orleans. Per inciso, sulla melodia di questo brano avevo iniziato a lavorare intorno al 1996! Era il periodo in cui i Mississippi Heat erano formati da Deitra Farr, Billy Flynn, Bob Stroger, Allen Kirk e James Wheeler. Non mi ero mai messo a scrivere i testi o gli arrangiamenti finché non ho cominciato a lavorare su Madeleine;
MB: i Mississippi Heat sono anche una band di lungo corso! Con questa pubblicazione celebrate il vostro 30° anniversario e dobbiamo dire che, in tutti questi anni, la band è stata un po’ la palestra per diversi musicisti blues di Chicago che, da lì, hanno iniziato la loro carriera da solista. Penso a Deitra Farr, Bob Stroger, Billy Flynn, Carl Weathersby, Kenny "Beedy Eye" Smith, solo per citarne alcuni…..
PL: beh, grazie per il complimento ma, questi fantastici artisti, avevano già un nome. Non mi sento a mio agio nel prendermi il merito delle loro carriere post Mississippi Heat. Tuttavia, credo anche che essere stati membri o ospiti delle registrazioni dei Mississippi Heat non li abbia danneggiati. Registriamo il più spesso possibile. Solitamente ogni due anni, fatta eccezione per Madeleine che, a causa Covid-19 ha richiesto più tempo. Ma, chi registra con noi riceve attenzioni in tutto il mondo;
MB: i membri della band sono spesso cambiati nel corso degli anni, ma l’impronta sonora e la visione artistica sono rimasti intatti. Partendo dal tradizionale blues di Chicago, a volte hai aggiunto anche elementi di zydeco, suoni di musica latina e mondiale. Tra i brani che fanno parte di ‘Madeleine’ troviamo, ad esempio, ‘Havana En Mi Alma’, con il suo sapore reggae…..
PL: oh sì. Quella canzone è stata scritta durante la nostra visita a Cuba nel novembre del 2016. Mia moglie Victoria (Vickie) viene da Cuba. È nata all'Havana. Aveva 15 anni quando è fuggita dal suo paese diretta a Chicago. Quindi, è stata un'esperienza commovente vedere dove aveva vissuto. Anche se conosco e amo molti cubani negli Stati Uniti – ho figliocci e nipoti cubani, per esempio – l’aver incontrato direttamente le persone che vivono lì ha suscitato in me un profondo rispetto e apprezzamento per loro. Ho deciso di usare una musica reggae per i miei testi poiché questa musica giamaicana tende a mescolare le emozioni della disperazione con quelle della speranza. Che è ciò che ho rilevato incontrando le persone. Per inciso, eravamo all'Havana quando Fidel Castro è morto il 25 novembre 2016. Tutto è stato chiuso per una settimana. Soprattutto luoghi di intrattenimento;
MB: il primo brano del disco che rievoca la tradizione di Chicago è 'Batty Crazy'. La voce solista è quella di Daneshia Hamilton, una giovane cantante che appare anche in 'Nothin' I Can Do' e in un paio di altri brani. È l'ultima cantante a partecipare e fare il suo debutto nella band…..
PL: Daneshia è una cantante straordinaria. Ci è stata suggerita da quello che è stato per dieci anni il mio batterista, Terrence Williams. Daneshia canta con la band quando Inetta Visor non può anche se, spesso, nei nostri spettacoli sono presenti entrambe. Sono una coppia di cantanti favolose! Inetta ha avuto problemi di salute che le hanno impedito di viaggiare, ma resta sempre la nostra ospite speciale, soprattutto quando suoniamo a Chicago;
MB: un'altro brano stile Chicago è ‘Uninvited Guest’; qui, come cantante e chitarrista dal suono immediatamente riconoscibile, compare un vecchio amico dei Mississippi Heat come Lurrie Bell…..
PL: quando ho proposto la musica e il testo di Uninvited Guest a Lurrie, la canzone gli è piaciuta immediatamente. Ascoltando la registrazione, puoi facilmente capire quanto ne sia stato ispirato. Lurrie Bell è un tesoro. Con lui c’è un legame speciale che va ben oltre la musica. Potrei dire la stessa cosa di Kenny Smith, Terrence Williams, Carl Weathersby, Inetta Visor e anche altri. Tutto è iniziato anni fa con Jon McDonald, Robert Covington, Deitra Farr e Katherine Davis e continua ancora oggi. Ho trovato una famiglia nel mondo blues;
MB: la storica cantante Inetta Visor compare, invece, in ‘Empy Nest Blues’ e nella traccia finale ‘Trouble’ nella quale possiamo ascoltare anche la chitarra di Carl Weathersby e un gustoso assolo di tromba di Mark Franklin…..
PL: la presenza scenica di Inetta è deliziosa. I fans adorano la sua voce e la sua personalità; e anche io. È pure una brava cantautrice. Sono fortunato ad averla come amica. C'è poco che non farei per lei e credo che valga la stessa cosa da parte sua. Confido che il nostro legame durerà per tutta la vita. Parlando della tromba di Mark Franklin, la musica cubana usa tipicamente le trombe, soprattutto nelle loro registrazioni più vintage. Quindi, per Havana En Mi Alma ho chiesto a Mark di fare un assolo. Il suo è stato un grande contributo!
MB: un altro ex alunno dei Mississippi Heat, Michael Dotson, compare come voce solista nonché chitarrista in ‘Everybody Do Somethin’…..
PL: sì, Michael è un cantautore straordinario. Ha donato un suono vintage e unico ai Mississippi Heat. Ha lavorato e registrato con noi per nove o dieci anni. Ma sua moglie è greca e la sua famiglia aveva bisogno che lui fosse più vicino a casa. Quindi, Michael è ritornato in Grecia subito dopo la registrazione di Madeleine, poco prima che il Covid-19 colpisse gli Stati Uniti. È un grande piacere averlo conosciuto e aver potuto lavorare con lui;
MB: la title track dell'album, ‘Madeleine’, deve il proprio titolo al nome di tua nonna materna. È l'unico brano strumentale del disco. Qui, oltre a ritrovare Lurrie Bell alla chitarra, possiamo ascoltare la tua armonica appassionata e sentita come protagonista principale…..
PL: è stata una sfida registrare questo strumentale mentre avvertivo sentimenti di dolore e gratitudine intrecciarsi. La nostra "Mamy" (Madeleine) è stato uno dei pochi momenti salienti della mia infanzia. Senza entrare nei dettagli, devo dire che i miei primi anni in Belgio sono stati dominati dalla sensazione di non appartenere a questo mondo. La nostra "Mamy" era come un santuario per me; e anche per i miei due fratelli, Michel di diciannove mesi più grande di me, ed Elisabeth di quattro quattro anni più giovane. Mamy aveva la quarta elementare, ma era molto intelligente e stranamente perspicace. Sapeva leggere le persone. La gente andava da lei per un consiglio: vicini di casa e familiari. Mamy aveva vissuto le due guerre mondiali. Lei e mio nonno (Papy) persero il loro primogenito nel campo di concentramento di Mauthausen durante l'occupazione nazista del Belgio. Suo figlio Jean aveva diciassette anni quando morì. Anche mio nonno "Papy" - che pure adoravamo - era stato torturato dai nazisti per essere stato un leader della Resistenza locale. In due occasioni si trovò di fronte al plotone di esecuzione e fu salvato da un prete che ne garantì l'innocenza. Questo prete supplicò i nazisti dicendo che mio nonno era un caposquadra della locale vetreria e che, in questo senso era considerato un “leader”. Il che era vero (oltre al fatto che Papy era anche a capo di un gruppo di Resistenza locale!). Qualcuno, purtroppo, lo aveva spiato. Eppure, nonostante il loro dolore senza fine per un figlio perduto, il loro amore per noi era costante, profondo ed edificante. Questo amore è stato manifestato più apertamente da Mamy, ma non meno sentito da Papy, che era più introverso. La canzone Madeleine è anche una canzone di ringraziamento a mio nonno;
MB: quali ulteriori ospiti del disco troviamo i fiati (il trombettista Mark Franklin e il sassofonista Kirk Smothers) e il pianista Johnny Iguana…..
PL: dato che mi piace suonare l'armonica come fosse un fiato, mi sento parte su di loro! I suonatori di strumenti a fiato hanno un talento particolare nel selezionare i tempi ritmici e melodici che arricchiscono una canzone. Sottigliezza e fraseggio possono tavolta essere trascurati dai musicisti, siano essi chitarristi o armonicisti, per esempio. Quello che apprezzo di Mark Franklin e Kirk Smothers è che sono fluidi e non suonano mai troppo. Johnny Iguana è uno dei pochi pianisti blues tradizionali di Chicago. E sa suonare con gusto. Interpreta altrettanto bene stili di pianoforte non blues, ma è in grado di replicare lo stile di Otis Spann se la canzone lo richiede. Devo anche confessare il mio apprezzamento per "Hambone" (Christopher Cameron), pianista e hammondista, che ha registrato coi Mississippi Heat sin dal nostro album della CrossCut Records del 2005, Glad You're Mine. Hambone è un genio e può suonare molti stili musicali, incluso, ovviamente, il blues di Chicago. È stato anche il tastierista di John Mayall per un po'! Mentre il suono di Hambone in Madeleine è delizioso, persino senza precedenti, mi piace pure quello di Johnny Iguana. Johnny è stato ospite in altre nostre registrazioni come Cab Driving Man (Delmark Records) del 2016;
MB: sembra che, con ‘Madeleine’, inteso come album, tu abbia voluto rendere omaggio sia alla tua storia musicale che personale; è un disco che rappresenta, in qualche modo, una pietra migliare per te?
PL: sono fedele ai miei amici. Un fatto che sfugge a taluni critici è che cerco di fare in modo che i Mississippi Heat siano e restino un gruppo affiatato. Se uno dei miei musicisti non può fare un concerto, mi rivolgo ad un altro che ha già registrato con noi. Raramente esco da questa cerchia ristretta quando ho necessità di un sostituto temporaneo. Madeleine è un buon esempio di coerenza del nucleo della band e dei suoi membri in generale.