Sugar Blue - Colors
Recensioni
Il disco raccontato da...
Sugar Blue
SUGAR BLUE
"Colors"
Beeble Music Rec. (USA) - 2019
And the devil too/Bass Reeves/We'll be allright (feat. Afrika Ritz)/Day tripper/Good old days/Dirty ole man/Man like me/Shangai sunset (feat. Ling Bo)/Downhill/Bonnie and Clyde/Keep on
Noto per aver "prestato" la sua armonica ai Rolling Stones infilandola nei dischi Emotional Rescue, Some Girls e Tatoo You, Sugar Blue (al secolo, James Whiting) è stato definito il Jimi Hendrix dell'armonica, per l'estro, la tecnica e la creatività visionaria con le quali ha portato lo strumento verso nuove vette espressive. Ma, lontani dalle facili e luccicanti definizioni, ciò che è vero è che Blue è un autentico innovatore dello strumento. Tanto che, potremmo dire, per usare un parallelismo forse più aderente, che sia il Charlie Parker dell'armonica. La sua natura vagabonda (Mick Jagger lo scoprì a Parigi mentre suonava per strada) e la sua versatilità musicale lo hanno portato, nel corso degli anni, a collaborare con diversi personaggi del jazz e del rock come Stan Getz, Paul Horn, Frank Zappa, Bob Dylan; ma le sue radici sono sempre state nel blues, prima a fianco di leggende come Willie Dixon, Louisiana Red, Son Seals, Roosevelt Sykes, Melvin Taylor e tanti altri ancora, poi, come solista, a partire da quell'esordio, del 1980, che si intitolava Crossroads. Oggi, Sugar Blue, nel continuare la sua strada, aggiunge una nuova singolare pagina alla personale discografia: Colors, registrato in giro per il mondo, con la partecipazione di numerosi ospiti.
E di Colors, ci ha parlato nell'intervista che segue…..
Macallè Blues: sebbene tu sia fondamentalmente un musicista blues, sei sempre parso affascinato da altri suoni e, persino, da altre forme musicali. Come ti è venuta l’idea di registrare quello che potrei chiamare un disco itinerante? Il motivo ha a che fare con queste tue fascinazioni parallele o è il risultato dell’aver voluto mettere insieme le diverse influenze che hai collezionato nel corso degli anni?
Sugar Blue: la musica viene fuori dalle tue esperienze di vita e, come diceva Willie Dixon, “Blues, sono i fatti della vita”. Io ho avuto la buona fortuna di essere influenzato, inizialmente, dalla passione di mia madre per la musica e ho avuto anche la possibilità di incontrare molti dei suoi amici che facevano parte dello show business come Billie Holiday, Big Maybelle, Ella Fitzgerald e anche molti ottimi musicisti. Sono sempre stato un po’ zingaro, amante della strada e delle molte opportunità di incontro che la strada ti offriva, con gente di diversa cultura e di diversa provenienza musicale, per così dire;
MB: conseguenza anche di ciò, 'Colors' è una tale eclettica collezione di canzoni così che, quel titolo, pare assai appropriato per un disco registrato in giro per il mondo, nei quattro continenti….
SB: sì, per questo lavoro abbiamo girato anche più del solito negli ultimi anni e questo mi ha indotto a incorporare, nella tavolozza sonora del disco, l’essenza di diversi artisti e generi; e questa è proprio la ragione per la quale abbiamo intitolato il cd 'Colors';
MB: nel corso della tua lunga carriera, ti è capitato di suonare con artisti anche molto diversi come Frank Zappa, Prince e Bob Dylan e, quindi, essere esposto a diverse influenze musicali. Questo testimonia, anche e senza dubbio, la tua versatilità. Credo che 'Colors', forse più di altri tuoi precedenti dischi, punti il dito proprio su questo aspetto, piuttosto che sulla tua già ben nota abilità di armonicista o sul tuo singolare stile strumentale anche qui, ovviamente, sempre ben presente….
SB: cosa potrei dire…io faccio ciò che faccio, nel modo in cui sento di farlo e spero piaccia anche a voi!! Ho avuto la possibilità di intraprendere un viaggio davvero interessante; la strada è ancora aperta e sono più che desideroso di rispondere alla chiamata!
MB: adesso diamo un’occhiata ai brani! Il country 'Bass Reeves' e l’acustica 'Bonnie & Clyde' sono due esempi della versatilità a cui mi riferivo prima: potresti raccontarci qualcosa di queste due canzoni?
SB: queste sono due storie, saga dell’esperienza americana di gente vissuta sotto lo scacco della privazione. Bass Reeves, nato schiavo, ha combattuto, dalla culla alla tomba, per la giustizia in una società iniqua. Bonnie and Clyde, invece, erano figli di una generazione di persone disperatamente povere. Tutti loro hanno sfidato le leggi che li avevano resi prigionieri dell’indigenza, anche attraverso mezzi che avrebbero portato a spargimenti di sangue e morte;
MB: in 'We’ll Be Alright' troviamo Afrika Riz, uno splendido coro di Soweto, South Africa; questo brano conduce l’ascoltatore verso nuove e inattese direzioni. E’ qualcosa a metà strada tra una ninnananna e una preghiera con un pacato sentore gospel..…
SB: avevo scritto questa canzone un po’ di tempo fa e me ne ero quasi scordato. E’ stata Ilaria ad avere avuto la visione e l’idea per questo brano e, quando abbiamo incontrato Afrika Riz, tutto ci è parso chiaro e si è concretizzato. Sipho Mhlanga , il direttore del coro, ha fatto un lavoro straordinario con gli arrangiamenti vocali; ha fatto sua quella visione originaria ed è nata We’ll be all right che è un canto di speranza. Sono incredibilmente felice per cosa questa canzone è diventata!
Afrika Riz è un potente coro di giovani artisti, tutti tra i diciotto e i vent’anni di età. Hanno appena iniziato a farsi notare sulla scena gospel sudafricana per il loro promettente talento e spero proprio che il mondo si accorga di loro molto presto;
MB: in mezzo a tutti brani originali, questo disco contiene anche una sorprendente cover: 'Day Tripper' dei Beatles che, qui, viene riproposta in veste jazz-funk….
SB: una volta ho sentito Junior Wells suonare una versione di questa canzone come solo lui avrebbe potuto. Così, ho pensato di dedicare un tributo alla sua influenza e alla sua creatività e pure all’arte dei Beatles; due diverse facce della stessa moneta: il blues!
MB: un disco come questo, registrato in posti diversi, ti ha dato l’opportunità di sfruttare anche diversi musicisti, sensibilità e suoni. 'Shanghai Sunset', per esempio, è un altro brano, inusuale e rilassato, dove compare un tipico strumento cinese chiamato sheng….
SB: lo sheng è un po’ il nonno dell’armonica. Tempo fa mi sono imbarcato in una ricerca sulle origini del mio amato strumento e ciò mi ha condotto in Cina! Ho incontrato il maestro di Sheng Ling Bo appena dopo essere giunto a Shangai e così, subito dopo aver scritto Shangai Sunset, ho pensato che questo brano fosse l’occasione perfetta per ospitare Ling. E’ stato scritto in onore di Shanghai, una bella città, vibrante, eclettica, distintivamente cinese, ma con un occhio rivolto al futuro;
MB: tra tutti questi brani dalle atmosfere varie e cangianti, c’è anche spazio per il blues ovviamente. Il brano di apertura, 'And The Devil Too' è un forte, contemporaneo blues che suona tanto come un omaggio a Bo Diddley…..
SB: in realtà, senza il blues, nessuna di queste canzoni potrebbe esistere. Il blues è l’ispirazione e la forza di legame che le ha rese possibili e le ha portate alla luce! Come disse il poeta laureato del blues, maestro Willie Dixon “Il blues è la radice; tutto il resto, sono i frutti!”.
Riaguardo a And The Devil Too e alla sua origine, devo dire che io, a Chicago, ho avuto il grande privilegio e il grande piacere di incontrare, suonare ed essere ispirato da Monsieur Diddley. E’ stato un gigante nella cui ombra tutti noi stiamo e io sono stato fortunato ad aver avuto la ventura di calcare i palchi con lui. Questa canzone è dedicata alla sua musica e alla sua memoria;
MB: 'Good Old Days' è un blues acustico dove troviamo, ospite, Washboard Chaz col suo washboard..…
SB: sì, ci sono Chaz al washboard e il maestro del finger picking Max DeBernardi. Sono loro che hanno dato vita al brano! Good Old Days è ispirata alla saggezza e alle parole di mia madre pronunciate mentre io e i miei fratelli eravamo impegnati in un viaggio avventura in campagna. Essendo dei cittadini, nati a New York, non sapevamo molto di vermi, pesca e lombrichi;
MB: 'Man Like Me' è uno di quei blues elettrici che battono duro; qui, troviamo, alla chitarra, Motoaki Makino che, a lungo, ha fatto parte della tua storica band…..
SB: Moto e io abbiamo scritto questa canzone un po’ di tempo fa; è un bel blusaccio che gira bene e punge!!
MB: un altro bel blues classico è il lento 'Dirty Ole Man'; qui troviamo un notevole interplay tra chitarra e armonica….
SB: qui, c’è Rico McFarland alla chitarra….chi altri?! Adoro come lui omaggi i grandi maestri dello strumento buttando, qua e la, citazioni e passaggi di questo o di quello. Rico, secondo me, è uno dei più grandi chitarristi blues contemporanei! E’ stato un fedele sostenitore della mia band per anni, tanto in studio quanto dal vivo;
MB: come abbiamo visto, a questo disco hanno partecipato alcuni tuoi partners musicali di vecchia data, ma sembra che l’averlo registrato ti abbia anche dato l’occasione per mettere insieme un bel gruppo di ospiti italiani: Damiano Della Torre, Sergio Montaleni, Massimo De Bernardi e, come si dice, 'last but not least', Ilaria Lantieri che, oltre a essere tua moglie, è anche la bassista del gruppo. Sembra proprio che l’Italia non avrebbe potuto restar fuori da questo viaggio.…
SB: l’Italia è un bel paese; tutti questi musicisti che ho incontrato lungo il percorso, mi hanno dato molto negli anni, sia in studio che in tour. Damiano è una forza creativa incredibile; con lui lavoriamo dal 2007. Sergio Montaleni e io abbiamo scritto Bass Reeves e alcuni altri brani presenti nei vecchi dischi; è un musicista molto sensibile e i suoi contributi sono inestimabili. Ilaria…beh, Ilaria e io scriviamo, produciamo e siamo in tour dall’inizio del millennio. E’ mia moglie e, con lei, ho prodotto anche un mostriciattolo che ora vorrebbe pure cantare, suonare la batteria, il piano e sospettiamo anche che presto vorrà prendere il posto dell’intera band!!
MB: non posso, però, dimenticare che, in due brani, suona anche il mio bassista preferito di sempre: l’immenso Johnny B. Gayden….
SB: Johnny B. Gayden è una leggenda! Musicista incredibile e meraviglioso essere umano. Il suo stile è smaccato, funky e inimitabile. L’ho incontrato la prima volta quando ancora suonava col grande Albert Collins. Ha la forza propulsiva di un’auto di Formula 1 e sa come usarla!
MB: due ultime cose: tu sei principalmente noto per il tuo modo di suonare l’armonica, unico e visionario e, Colors, ancora una volta, punta il dito su questo aspetto. Ma, ce n’è un altro che, a mio avviso, questo disco mette in risalto come mai altri tuoi dischi prima: ed è lo Sugar Blue cantante la cui voce, qui, suona così espressiva e ben modulata….
SB: ti ringrazio! Devo dire che ci ho messo tutto me stesso, con un immenso amore per la musica e per i grandi bluesmen, uomini e donne, che hanno creato questo genere che ha cambiato il mondo della musica!
MB: 'Colors' è un disco che non riguarda soltanto l’armonica; ma è un bel lavoro di squadra dove la musica respira e ogni musicista, col suo strumento, gioca il proprio ruolo nell’insieme ed emerge quando necessario….
SB: per questo disco mi è piaciuto assai lavorare con musicisti di diversi stili e generi. Il processo creativo che si è instaurato è stata una vera benedizione; un’esperienza che non dimenticherò mai.